Osteopatia e Pubalgia: attenzione alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva!

Recenti studi scientifici hanno stimato che il 9% al 21% degli atleti si presentano dal loro medico curante a causa di una diminuzione dell’attività sportiva limitata dal dolore all’inguine e/o alla regione addominale e adduttoria. Tale sintomatologia è spesso ricorrente in sport quali: calcio, basket, atletica, tennis e hockey. Nonostante la sua diffusione, la letteratura è piena di informazioni dubbiose e spesso contraddittorie per quanto riguarda l’eziologia, la presentazione, la diagnosi e il trattamento del dolore “pubalgico” negli atleti, e ancora oggi, si assiste ad una netta difficoltà nell’inquadramento e nel corretto approccio terapeutico da applicare.

I sintomi includono dolore durante i movimenti, in particolare l’estensione e la torsione o la rotazione dell’anca. Questo dolore di solito si irradia alla regione del muscolo adduttore (regione interna della coscia), sino al ginocchio e può coinvolgere anche testicoli, oltre che la regione del basso addome. Nei casi più acuti, il dolore potrebbe esser manifestato anche nella regione posteriore lombare e lombo-sacrale, prorpior a causa della stretta relazione biomeccanica e funzionale del complesso del bacino.

A seguito dell’attività sportiva la persona affetta da pubalgia manifesterà rigidità e dolenzia acuta alle parti sopraelencate. In generale, si avvertirà fastidio e dolore a qualsiasi sforzo che aumenti la pressione intra-addominale, come ad esempio colpi di tosse, starnuti o gesti atletici particolarmente intensi e/o estremi. Nelle fasi iniziali, la persona può essere in grado di continuare a praticare il proprio sport, con grandi difficolta e con l’alta probabilità di peggiorare progressivamente il dolore, determinando dunque possibili compensazioni a distanza.

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La pubalgia e il dolore all’inguine possono essere causate da una serie di disfunzioni , tra cui possibili lesioni alla colonna lombare, all’articolazione dell’anca, all’articolazione sacro-iliaca, all’addome, al sistema genito-urinario, per cui la diagnosi di pubalgia richiede una differenziazione abile e un attento esame pube, soprattutto nei casi in cui vi è dolore all’inguine intenso. Studi clinici più recenti hanno anche dimostrato come disturbi a livello occlusale e temporo-mandibolare, oltre che podologico (appoggio plantare) possano essere fattori aggravanti nella struttarazione di problemi a livello inguinale.

Casi di giocatori famosi a livello internazionale, riguardano Michael Owen e Ricardo Kakà: il primo lamentava continui disturbi a livello muscolare nelle regioni adduttorie prima e ischio-crurali poi. La sua carriera, condizionata da tali acciacchi, è stata limitata enormemente e, solamente dopo molti anni, hanno potuto dimostrare come la maggior parte dei disturbi fosse relazionata a limitazioni meccaniche della regione lombare. Il secondo, invece, lamentava da parecchi mesi pubalgia cronica che ne limitava l’attività ad alti livelli: a distanza di molti mesi, lo staff medico ha individuato una possibile relazione tra occlusione, difficoltà in regione lombare e regione inguinale.

Attraverso valutazioni cliniche specialistiche, avvalorate da precedenti indagini ortopediche, l’osteopata potrà aiutarVi ad individuare la priorità del problema.

Per queste ragioni, è fondamentale una diagnosi precisa, preceduta da una anmnesi minuziosa, segni clinici obiettivi ed esami strumentali specifici. I sintomi possono spesso essere riprodotti da manovre di valutazione o test specifici sui muscoli interessati. Per un corretto inquadramento, sarà anche importante affidarsi a persone specializzate, quali ortopedici, osteopati e fisioterapisti, che insieme collaboreranno per ottenere i migliori risultati per una rapida ed ottimale ripresa delle attività.

L’osteopatia può aiutare l’atleta non solo a risolvere questo fastidioso disturbo ma può anche aiutare l’atleta ad assumere una corretta postura ed evitare il rischio di recidive.

Osteopatia: perché?

Perché è naturale. Nulla di più naturale delle mani dell’Osteopata per ripristinare ciò che la natura ha stabilito, e cioè la mobilità delle strutture corporee e dunque la loro funzione. Ha basi scientifiche solide, non usa farmaci né altri strumenti. Mira alla causa e non solamente alla cessazione del sintomo, al benessere e all’equilibrio psico-fisico.Andrea Nitri

FAQ / Domande

Qual è il significato del termine Osteopatia?
Etimologicamente deriva dal greco oστέον (osteon) - osso, e πάθοσ (patos) - sofferenza. Questo termine nella sua essenza indica che sia la salute che la malattia dipendono dallo stato di efficienza dell'apparato locomotore. Osteopata, in lingua inglese (Osteo-path) indica colui che agisce terapeuticamente sul corpo umano attraverso "il sentiero" delle ossa. È comunque utile sfatare l'erronea opinione che l'osteopatia coinvolga soltanto le ossa, essa al contrario lavora su tutte le strutture del corpo: articolazioni, legamenti, muscoli, tendini, tessuto connettivo, e anche sugli organi e sul cranio con tecniche non invasive ed appropriate.
Quali sono i principali strumenti dell'Osteopata?
Le mani dell'Osteopata sono allenate a percepire le piccole variazioni che avvengono nei tessuti, raccogliendo così dati importanti sulla temperatura corporea locale (indice di infiammazione), e sulla loro consistenza; pertanto il principale strumento di lavoro è un buon lettino e la propria sensibilità. L'Osteopata non tocca necessariamente le parti dolenti del paziente, ma quelle che sono causa della disfunzione: così un mal di testa può essere trattato osteopaticamente agendo sulla cervicale, su una spalla, o persino trattando solo l'osso sacro.
Occorrono esami medici clinici per la valutazione osteopatica?
E' consigliabile, quando siano già stati fatti dal paziente, portare con sé al primo incontro raggi X, ecografia, TAC, risonanza magnetica, ecc., per ricercare eventuali controindicazioni al trattamento osteopatico. L’osteopata comunque, non essendo un medico, non può assolutamente prescrivere esami strumentali.
Che genere di tecniche vengono usate?
A seconda dell'età e della gravità del problema l'Osteopata applica le tecniche più adatte al caso, che comunque non sono dolorose o invasive per il paziente siano esse strutturali, craniali o viscerali.

Collaborazioni esterne

Dott.ssa Candeo Gabriela - Pediatra
Dott. Di Lenna Fabrizio - Farmacista
Dott. Braga Andrea - Ginecologo
Dott. Castelli Fabrizio - Odontoiatra
Mauro Magnone - Tecnico Posturometrico

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